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Amleto FX

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uno spettacolo di e con  Gabriele Paolocà
collaborazione alla regia Michele Altamura, Gemma Carbone
scene Gemma Carbone
disegno luci Martin Emanuel Palma
prodotto da VicoQuartoMazzini, Progetto Goldstein, Teatro dell’Orologio

PREMIO DIRECTION UNDER 30 – TEATRO SOCIALE GUALTIERI
SELEZIONE INBOX 2015

[nectar_video_lightbox link_style=”play_button_2″ nectar_play_button_color=”Extra-Color-1″ image_url=”845″ hover_effect=”zoom_button” box_shadow=”x_large_depth” border_radius=”10px” play_button_size=”default” video_url=”http://www.youtube.com/watch?v=tnyKZpi1E64″]
Un uomo, un principe, che per comodità chiameremo Amleto, si è rinchiuso nella propria stanza e ha deciso di non uscirne più. Vuole farsi da parte e per farlo medita un gesto estremo, un gesto che lo liberi per sempre da tutto il marcio della Danimarca.  Amleto Fx è un’indagine sulla moda del deprimersi dei nostri tempi. Uno spettacolo esilarante e sofferto che parla di castrazioni tecnologiche, della mancanza dei padri, dell’attrazione verso la dissoluzione e dell’eco assillante che tutto questo causa nelle nostre coscienze. Questo non è l’Amleto. E’ un assolo generazionale. Un racconto intimo e globale che attraverso il riso amaro vuole spingere a trovare una soluzione al solito, annoso,banale, scontato ma comunque sempre irrisolto quesito: Essere o non Essere?
[nectar_single_testimonial testimonial_style=”small_modern” color=”Default” quote=”Perché tutto sia consumato, perché io sia meno solo, mi resta da augurarmi che ci siano molti spettatori il giorno della mia esecuzione e che mi accolgano con grida di odio.” name=”A. Camus”]
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Andrea Porcheddu
Gli Stati Generali
Che buffo, giusto un secolo fa, Ettore Petrolini metteva in parodia, da par suo, nientemeno che Amleto: “Io sono il pallido prence danese/Che parla solo, che veste a nero/Che si diverte nelle contese/che per diporto va al cimitero/Se giuoco a carte fo il solitario” eccetera eccetera. E, per strana, inattesa coincidenza, in un teatrino romano, un giovane attore di Roma, Gabriele Paolocà, attraversa il classico shakespeariano, riversando con esplosiva ironia, in un monologo aspro e divertente, commovente e disarmante, tutte le contraddizioni di questi anni bui. Non è un caso, allora, che lo spettacolo di Paolocà, dal titolo AmletoFX, (qualcosa come “Effetti Amleto”) mi abbia fatto pensare al grande genio di Petrolini (…) L’ottimo autore-regista-interprete solista Paolocà sceglie di mettere in scena, argutamente, un precipitato del nostro tempo, allestisce una dissacrante concrezione, elaborata da un possibile coetaneo del Principe di Danimarca, alle prese – come lui – con i sogni, i miti, le aspirazioni, gli amici, gli amori. Un giovane come tanti, frullato di cultura e citazioni, di aspirazioni e delusioni, ma soprattutto annichilito dall’eterno “fantasma del padre”. Il nodo, infatti, è proprio quello che si stringe attorno alla gola di Gabriele-Amleto come di una generazione intera, oppressa da padri (metaforici e reali) assenti eppure prepotenti in questa assenza, comunque desiderati, rimpianti, compianti da figli che chiamano “papà” con un grido di malcelato dolore.(…)AmletoFX abbraccia nostalgia e devastazione, la mostra e la smaschera in scena(…) Gabriele Paolocà colloca il personaggio shakespeariano nel novero dei “devastati” miti d’oggi.(…) Lo spettacolo respira di un sincretismo, superficiale e profondissimo, tutt’altro che postmoderno. Qui si avverte la fatica di Sisifo di chi deve combattere per imbastirsi uno straccio d’identità, per sopravvivere sognando in una città sfranta e incarognita, in un Paese involgarito, in un mondo disilluso. (…)
Sergio Lo Gatto
Teatro e Critica
(…) Quelli che subisce il nuovo Amleto – emblema di un adolescente tormentato e un po’ demodé, afflitto dalla malinconia e dall’esibizionismo ambiguo à la Kurt Cobain – sono gli “effetti” della castrazione tecnologica. In tempi in cui fin troppi artisti riempiono immagini e parole con riferimenti diretti alla gabbia dei social network, con metafore della “morte per virtualità”, con forsennate apocalissi sociali ancora troppo aderenti al tema per affermarsi in quanto critiche efficaci, il solitario lavoro di Paolocà sorprende per sincerità e risultato. (…) si avverte qui una violenta carica d’urgenza: dietro al dispendio di un indubbio agio sulla scena sta la spinta di chi davvero vuole parlare allo spettatore (…)
Giacomo Labrozio
Paper Street
(…)Gabriele Paolocà lavora sul testo originale ibridandolo, citandolo e parodiandolo, immergendolo in un bagno di multimediale e “post-tutto” contemporaneità. Soprattutto costruisce una rappresentazione perfettamente tagliata sulle sue doti attoriali, sulla capacità di variare i toni, di cambiare voci e travestimenti, di calibrarli sui più diversi registri, di mimetizzarsi in un’ampia e svariata nebulosa di citazioni e rimandi. In uno dei momenti più divertenti si sdoppia alla Rezza in una versione di Rosencrantz e Guildenstern da cinepanettone, una romanesca piaggeria alla Christian De Sica obiettivamente esilarante.(…)
Michele Di Donatto
Il Pickwick
(…)E ci ritornano in mente le parole di Jan Kott, quasi come una sentenza imperitura, quando dice che “L’Amleto è come una spugna. Basta non stilizzarlo e non rappresentarlo come un pezzo da museo perché assorba immediatamente tutta la nostra contemporaneità”; e i ragazzi di VicoQuartoMazzini portano questo assunto alle estreme conseguenze, concependo un Amleto postmoderno, tutt’altro che museale e forse anche tutt’altro che Amleto, ma non per questo meno Amleto. (…) È un Amleto del nostro tempo, quest’Amleto che non è Amleto, che ha surrogato il teschio di Yorick con la mela morsicata della Apple che fa bella mostra di sé sul retro dello schermo che porta in palmo di mano. Ed è un Amleto che medita un suicidio confinato in proscenio sotto forma di cappio.Ed è soprattutto un Amleto, quest’Amleto di VicoQuartoMazzini che mostra una freschezza inventiva, una minuzia di scrittura capace di intercalare citazioni shakespeariane in un tessuto verbale e gestuale contemporaneo innervando una drammaturgia ironica e graffiante, nella quale Gabriele Paolocà si cala ottimamente, dimostrandosi abile nell’esplorare i registri espressivi della propria voce.
Chiara Ghirardi
Saltinaria
(…) La prova d’attore di Gabriele Paolocà è riuscita grazie alla totale generosità dell’interprete che offre tutto il suo eclettismo e mantiene sempre desti l’interesse e la curiosità dello spettatore; belle inoltre le immagini create e rese ancora più intense da un buon disegno luci che accompagna e sottolinea i continui sbalzi di umore e addirittura di personaggio che avvengono nello spettacolo.
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22/23/24/25 mar 2017 – Sala Fontana – Milano
9 mar 2017- Teatro Verdi – Monte San Savino
1/2/3/ 4 mar 2017 – Carrozzerie n.o.t. – Roma
13-14 feb 2017 – Teatro Telaio – Brescia
8 FEB 2017 – Teatro alle Vigne – Lodi
31 gen e 1 feb 2017 – Teatro V. Moriconi – Jesi
26 nov 2016 – Teatro Scalo – Santeramo in Colle
2 maggio 2016 – La Città del Teatro – Cascina
30 aprile 2016 – Sala Fontana – Milano
17 aprile 2016- Teatro Kismet OperA – Bari
8 aprile 2016 – Spazio Bruno – Albenga
2/3 aprile 2016- Officina Teatro – Caserta
1 aprile 2016 – Auditorium Teatro Sociale – Salerno
19/20 marzo 2016- Teatro Area Nord – Napoli
26 febbraio – Teatro Comunale – Novoli
30 gennaio 2016 – Itc Teatro di San Lazzaro di Savena – Bologna

18 dicembre 2015- Teatro Excelsior – Reggello
5 dicembre 2015- Teatro del Cerchio – Parma
3 dicembre 2015- Arti vive Habitat – Soliera
1 dicembre 2015- Festival delle 100 scale – Potenza
29 novembre 2015- SPAZIOleARTI – Molfetta
21/22 novembre 2015- Teatro Laboratorio – Verona
25 settembre 2015- Teatro Orfeo/Puglia Show Case – Taranto
22 agosto 2015- Chiesa di San Michele – Serra de’ Conti
3o luglio 2015 – Teatro Castagnoli – Scansano
25 luglio 2015 – Teatro Sociale – Gualtieri
22 maggio 2015 – Fuori Luogo – La Spezia
10 maggio 2015 – Festival Trasparenze – Modena
16/17 aprile 2015- Isituto penale Minorile “Nicola Fornelli” – Bari
11 marzo 2015 – Officina Giovani – Prato
dal 21 ottobre al 2 novembre 2014 – Teatro Orologio – Roma

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